…e quindi uscimmo a riveder le stelle

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“E quindi uscimmo a riveder le stelle” è una frase di straordinaria potenza poetica e simbolica, che conclude il viaggio di Dante e Virgilio nell’Inferno della Divina Commedia. Questo dipinto nasce come omaggio all’immortale opera dantesca, in occasione del settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, ricorrenza che avrei voluto celebrare partecipando a una mostra dedicata, poi annullata a causa della pandemia.

Nonostante le circostanze, ho scelto di dar forma alla mia ispirazione, creando un’opera che reinterpretasse il significato della frase in chiave contemporanea e terrena. Nel dipinto, le stelle del firmamento non sono astri lontani ma si manifestano come le luci notturne di una città vista dall’alto. Questo contrasto tra il cielo e la terra richiama l’idea del sublime e del quotidiano che si fondono, offrendo una visione moderna e tangibile della speranza e della redenzione.

Le luci della città diventano simbolo della vitalità umana, un bagliore che emerge dall’oscurità, proprio come Dante e Virgilio riemergono dall’Inferno. La scelta di un panorama urbano vuole essere un ponte tra l’eternità delle parole di Dante e la realtà del nostro tempo, ricordandoci che la poesia e l’arte continuano a guidarci fuori dalle tenebre, verso la luce.

Questo quadro è un invito a riscoprire il senso del guardare in alto, nel senso fisico e spirituale, e a trovare nei dettagli più comuni una bellezza capace di ispirare e sollevare l’animo.

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