“Non è un semplice paesaggio notturno quello che ho voluto rappresentare, né tantomeno un treno in corsa. È la luce, quella luce sfuggente e vibrante che precede il treno e si muove con la sua stessa impetuosa rapidità. Per chi resta fermo a osservare, è un istante fugace, un lampo che lacera il buio, uno squarcio nell’oscurità che si manifesta come un piccolo big bang, una rinascita, un miracolo improvviso. E poi, come tutte le epifanie, si dissolve. Torna la notte, ma l’eco di quella luce resta, come un sussurro che riecheggia nell’anima.”
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