Tu sì ‘o sang dint’ e ven

Napoli, per me, è un canto che non finisce mai.

È il profumo del mare che si mescola al caffè del mattino, è la voce che sale da un vicolo e ti entra nel cuore, come una promessa antica.

Con quest’opera ho voluto rendere omaggio alla città, Napoli, alla sua energia che non si spegne mai, alla sua storia fatta di luce e ombra, alla sua anima profonda che continua a vibrare sotto la pelle del presente.

Ogni segno è un simbolo: il Vesuvio che veglia, le cupole che respirano, il Maschio Angioino che custodisce, la sirena che canta.

Tutto si muove come in un sogno colorato, dove la terra e il mare si cercano, si toccano, si abbracciano.

Quando quest’opera è stata scelta per vestire 50.000 etichette di acqua San Bernardo, per celebrare i 2.500 anni di Napoli, ho sentito che un frammento del mio amore per questa città avrebbe viaggiato lontano, toccando le mani, gli sguardi e forse anche l’anima di chi l’avrebbe incontrata.

Perché forse è proprio questo che fa l’arte: dona forma a un’emozione, la fa respirare nel mondo, trasformando ciò che è intimo in qualcosa di universale.